"Il dubbio è il padre delle invenzioni”, diceva lo scrittore americano Ambrose Bierce. Come nasce un’invenzione? Che sia una ricetta, uno strumento tecnico, uno stile artistico, un simbolo, un concetto politico o piuttosto un’arma letale… si può, indagando alcune delle invenzioni che hanno definito la storia dell’umanità, rintracciare un fattore comune nell’affascinante e forse ancora misterioso processo che porta alla nascita di qualcosa di nuovo? E quanto è veramente nuova un’invenzione? Quello che sembra accomunare le invenzioni scelte in questo nuovo ciclo di Lezioni di Storia è un percorso mai lineare, fatto di viaggi e scambi di idee, di molti e non singoli inventori, di leggende, di casi fortuiti ma anche di grandi travagli e sforzi che attraversano diverse generazioni e confini.
Veniamo da un secolo in cui, su molti piani – a partire da quello artistico e concettuale – così tanto e così rapidamente è stato ‘inventato’ da far alle volte apparire difficile aggiungere altro. Dall’altra parte, viviamo circondati delle invenzioni tecnologiche che negli ultimi decenni hanno vorticosamente cambiato stili di vita e modelli sociali. Sarà dunque interessante riscoprire insieme storie e protagonisti di innovazioni molto diverse fra loro, partendo dalla scrittura e dalla democrazia e passando per la bussola, gli spaghetti, il barocco, il saluto romano, la psicoanalisi e la bomba atomica, fino ad arrivare ai nostri giorni, con l’intelligenza artificiale. Forse proprio il dubbio potrà guidarci in questo viaggio e nel navigare le acque incerte che ci aspettano nel prossimo periodo.
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LE LEZIONI SI SVOLGONO IN SALA SINOPOLI ALLE ORE 11
Per capire come è nata la scrittura dobbiamo fare un salto indietro di più di 5000 anni, e percorrere migliaia di chilometri tra Cina, Mesopotamia, Egitto e i popoli Maya, e finire il nostro viaggio sull’isola di Pasqua, dove una scrittura sembra essere stata inventata da zero. Ma non basta, dobbiamo andare ancora più indietro nel tempo, per capire come sono stati inventati i primi segni, e come questi ci parlino della nostra immaginazione, della nostra percezione visiva e del rapporto con ciò che ci circonda.
Silvia Ferrara è professoressa di Filologia micenea e Civiltà egee all’Università di Bologna
L’invenzione della democrazia. Mai parto lessicale fu più doloroso, mai realtà effettuale fu più mitizzata, fraintesa, strumentalizzata. Eppure si tratta di uno dei meno caduchi ancorché controversi termini del lessico politico. Le più diverse, talora opposte, correnti politiche si pretendono e si presentano tuttora come suoi interpreti autentici.
Luciano Canfora è professore emerito di Filologia greca e latina all’Università di Bari
Dicono sia nata ad Amalfi ma non è del tutto vero. La storia della bussola è la storia dell’incontro tra culture avvenuto sugli oceani attorno al X secolo, tra viaggiatori cinesi, arabi, greci e latini. Un incontro che avrebbe cambiato per sempre le sorti della navigazione, legando le rotte ai venti e alle direzioni geografiche. Un racconto che comincia con un ago calamitato e che continua sui segni tracciati nelle carte nautiche, sino all’accalerazione tecnologica contemporanea.
Alessandro Vanoli, storico e scrittore, è esperto di storia mediterranea
Molti pensano che gli spaghetti siano stati inventati dai cinesi e portati in Italia da Marco Polo, ma si tratta di una fake news pubblicata nel 1929 dall’organo dei produttori americani di pasta, il “Macaroni Journal”. In realtà gli spaghetti vengono sì dall’Oriente, ma da regioni e culture più vicine a noi (l’impero persiano) e a farli conoscere in Italia sono stati gli arabi. Rimane indiscusso che è stato in Italia che le potenzialità di questo prodotto sono state valorizzate in modo straordinario, facendone un segno identitario della nostra cucina.
Massimo Montanari è professore emerito di Storia medievale all’Università di Bologna, dove ha insegnato per molti anni Storia dell’alimentazione
Chi ha inventato il Barocco? Abbiamo vari indiziati: Gian Lorenzo Bernini con la sua unità delle arti e la sua concezione coinvolgente e teatrale dell’opera d’arte; Rubens nell’estrema libertà di mescolare naturalismo eccessivo e rilettura della tradizione; gli studiosi dell’Ottocento, che sentivano l’esigenza di distinguere l’arte rinascimentale da quello che era successo dopo la fine del Cinquecento…
Francesca Cappelletti è professoressa di Storia dell’arte moderna all’Università di Ferrara. Da novembre 2020 è direttrice della Galleria Borghese
I Romani non facevano il saluto romano. Gli studiosi lo sanno bene. Eppure ancora oggi, a ogni levata di braccio di un neofascista, viene evocata, tanto naturalmente quanto abusivamente, nella stessa denominazione del gesto, l’antica civiltà romana. Questo accade perché si tratta della più riuscita tra le invenzioni storiche del regime fascista. Una trovata che, sopravvissuta nella nostra Repubblica, nulla ha di pittoresco o di innocuo.
Andrea Giardina è professore emerito di Storia romana, presso la Scuola Normale Superiore di Pisa
Si può parlare di invenzione dell’inconscio? O l’inconscio è sempre stato lì e bastava scoprirlo? Nel 1895, due medici viennesi, Sigmund Freud e Josef Breuer, negli “Studi sull’isteria”, danno vita scientifica a questo nuovo costrutto. Pochi anni dopo, Freud lo sviluppa nell’”Interpretazione dei sogni” e descrive la psicoanalisi come la terza sfida al nostro egocentrismo: dopo la rivoluzione copernicana, per cui non siamo più il centro dell’universo, e quella darwiniana, per cui il nostro regno è quello degli animali, la rivoluzione psicoanalitica ci insegna che non siamo padroni a casa nostra.
Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, è professore di Psicologia dinamica all’Università di Roma “La Sapienza”
Einstein, padre della relatività e pioniere della quantistica. Sacharov, il più giovane membro dell’Accademia Sovietica delle Scienze, autore di ricerche fondamentali su materia e antimateria. Fisici, paladini dei diritti umani, alfieri della pace, premi Nobel; Einstein per la fisica, Sacharov per la pace. E attori primi nell’invenzione delle bombe atomiche: emblemi di quell’irrisolta contraddizione che ha creato quel «frutto terribile d’elettrica bellezza», come definito da Pablo Neruda.
Piero Martin è professore ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Padova
Ciò che oggi chiamiamo intelligenza artificiale nasce negli anni Cinquanta da studi di matematica informatica che cercano di automatizzare piccolissime parti del pensiero cognitivo e cresce nei decenni successivi grazie a una combinazione di menti brillanti e di straordinarie coincidenze. E oggi a che punto siamo?
Barbara Caputo, ingegnera, è professoressa al Politecnico di Torino, dove dirige l’Hub sull’Intelligenza artificiale dell’ateneo