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Dopo le uscite discografiche con la Tzadik Records di John Zorn, il multistrumentista romano arriva al suo ottavo lavoro da solista (terzo cd per Parco della Musica Records) alla testa di un nuovissimo quintetto in cui il repertorio tradizionale sefardita viene riproposto nell’ottica della moderna improvvisazione jazzistica in un progetto davvero unico e originale. Il sound del gruppo viene forgiato dalla presenza dell’ud e della voce di Ziad Trabelsi, membro storico dell’Orchestra di Piazza Vittorio; il pianoforte e il live electronics di Alessandro Gwis, fondatore degli Aires Tango e grande esperto di Latin Tinge, le percussioni e la voce di Arnaldo Vacca, probabilmente il più grande percussionista italiano; il basso di Mario Rivera, fondatore degli Agricantus e depositario della musica mediterranea.
Sefarad è il nome con cui gli ebrei chiamavano la Spagna ed è da qui che incomincia il nostro viaggio. Quattordici secoli in cui la cultura sefardita poté progredire a contatto prima con la cristianità e poi, a partire dal Settecento, anche con l’Islam. Otto secoli di incontro-scontro tra queste tre diverse culture testimoniano un periodo di grande interesse storico e naturalmente anche musicale. A partire dal 1492, anno della dolorosa cacciata delle comunità ebraiche spagnole ad opera dei re cattolici Ferdinando ed Isabella, la cultura sefardita si espanse in tutti i paesi del bacino del mediterraneo: Portogallo, Francia, Italia centro-settentrionale, Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto e in tutto il resto dell’Impero Ottomano, in particolare Turchia, Grecia, Palestina, Siria, ma non mancarono importanti insediamenti anche in Jugoslavia, Paesi Bassi, Austria, Polonia ed Americhe.
Le caratteristiche più peculiari della musica sefardita risalgono alla loro origine spagnola, medioevale e rinascimentale. Nella sua struttura melodica sono presenti tracce arcaiche, si conservano cadenze e forme in uso nella musica dei menestrelli dell’occidente cristiano ma anche similitudini con le coeve Cantigas de Santa Maria raccolte dal sovrano spagnolo Alfonso il Saggio. Si trovano inoltre nella musica sefardita alcuni delle più importanti prassi esecutive che caratterizzano i sistemi musicali islamici: scale, ornamenti, microintervalli, improvvisazioni guidate, stile interpretativo, basti pensare alle assonanze con la tradizione arabo andalusa.