Durata del concerto:
Un'ora e 25' circa
Tutto parte dal testo, dalla parola, dal singolo termine. Giuseppe Verdi, il compositore della "parola scenica" affronta il testo liturgico partendo proprio dal singolo vocabolo sul quale costruisce la sua personalissima riflessione sul fine ultimo della vita che è l'assunto di un Requiem. Le immagini sonore che ne scaturiscono, tremende e dolorosamente toccanti, ne fanno uno dei massimi capolavori del genere. Verdi dà voce ad una umanità sgomenta e attonita che si interroga sul mistero della morte non trovando risposte pur nella perentorietà del testo. È quel brivido umano, quella consapevolezza dell'impossibilità ad avvicinare un così grande interrogativo che ne percorre tutta la musica, che ne caratterizza gli slanci, gli aneliti di trascendenza nei quali però si insinua sempre il dubbio, il vuoto, l'"annientante nulla del pensiero". Verdi rimane coerente con se stesso e con il suo mondo e i tratti stilistici della musica, se pure vicini a quelli del teatro musicale, conferiscono all'opera una immediatezza, una sincerità, una espressione che sono quelli di tanti personaggi del suo teatro e che qui non hanno un nome: sono esseri umani colti nel momento supremo. L'umanità sarà dunque rappresentata in questa occasione dall'israeliano Daniel Oren, alla testa di Orchestra e Coro dell'Accademia di Santa Cecilia, dagli italiani Eleonora Buratto e Francesco Demuro, dalla russa Ekaterina Semenchuk e dall'estone Ain Anger.