Dopo aver concluso un anno e mezzo fa il progetto artistico de
Le luci della centrale elettrica,
Vasco Brondi torna ad esibirsi dal vivo con uno spettacolo nato proprio in questi mesi così particolari e complicati.
“Ci sono momenti in cui l’arte più chiaramente può essere un anticorpo, le poesie degli oracoli, la filosofia un ulteriore sistema immunitario, le canzoni risvegliarci, la letteratura proteggerci. – scrive lo stesso Vasco Brondi. Tutto quello che sembrava inutile perché non funzionale si è dimostrato fondamentale per passare attraverso i momenti inaspettati, anzitutto per me.
Non avevo previsto di suonare quest’estate ma la bellezza delle proposte, la dimensione intima che in questo caso non è una mia richiesta strana ma una condizione necessaria, l’idea di queste sonate per pianoforte, violoncello e chitarre distorte e la possibilità di condividere le cose che sto leggendo e di ritrovarsi dopo questo periodo assurdo, sono state un richiamo irresistibile.
Mischiare alle mie canzoni, altre canzoni che ho sempre ascoltato e scritti che mi sono sempre rimasti dentro e tornati in mente come anticorpi in questi tempi di incertezza. Incontrarsi, ritrovarsi nello stesso luogo fisico. Riportando fuori i corpi in posti stupendi, tutti insieme distanziati e attenti ma insieme.”
Foto © Lidia Bianchi