«La scelta di orientarmi nettamente verso elettronica performativa mi ha portato a prendere parte a una serie di progetti, a collaborare con altri artisti con una apertura un po’ coraggiosa, e anche un po’ rischiosa, su altre grammatiche musicali. Ecco, a un certo punto avevo voglia di fissare questo mio percorso con un progetto discografico» ha dichiarato Matteo Franceschini presentando il suo album "Gravity". Classe 1979, perfezionatosi all’IRCAM e pubblicato da Ricordi – Universal Music Publication, il compositore si è imposto con il nome Tovel all’attenzione internazionale, conquistando il plauso di pubblico e critica e affermandosi come uno dei compositori più interessanti della sua generazione. «Come Tovel rilancio la figura dell’autore/interprete.
L’idea nasce dalla mia esigenza di disegnare il mio personale aspetto estetico, sperimentare nuovi aggiornamenti linguistici, evoluzioni tecniche e originalità. Il mio coinvolgimento diretto e dal vivo con altri musicisti diventa quindi l’espressione del mio atto creativo». Per la prima volta al REF con "Gravity" il compositore mescola suoni acustici di pianoforte, sassofono e archi, intrecciandoli alle esplosioni di sintetizzatori modulari, dando vita a una performance live inedita e intensa, un racconto musicale ipnotico, trasfigurato e abbagliante.