Toni Servillo “Sconcerto”

Martedì 14 Settembre 2010
h. 21:00
Toni Servillo “Sconcerto”

Una produzione Teatri Uniti, Fondazione Teatro di San Carlo, Fondazione Ravello, Fondazione Musica per Roma
in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano e MITO SettembreMusica

Sconcerto, teatro di musica, novità assoluta della stagione 2010 – 2011 inaugura la rassegna Contemporanea all’Auditorium Parco della Musica. Un evento spettacolare con Toni Servillo nel ruolo di un direttore d’orchestra che agisce il suo e nostro sconcerto attraverso le parole del testo scritto da Franco Marcoaldi, sulle musiche originali di Giorgio Battistelli eseguite dall’Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli diretta da Marco Lena, con la partecipazione di Peppe Servillo. In scena compaiono un’orchestra e il suo direttore. Ma gli strumentisti suonano da soli, vanno per proprio conto. Il direttore non dirige alcunché. È preso da ben altri crucci e tormenti, a cominciare dal desiderio spasmodico di provare a mettere ordine nella propria testa, attraversata come un fiume in piena dai più diversi e contrastanti pensieri, sensazioni, emozioni, malumori e fantasie. Si succedono e si scontrano tra loro le parole spesso inservibili del passato con il linguaggio totalmente irrelato del presente. E da questo costante cortocircuito affiorano continui baluginii di commozione, coraggio, tenerezza, umorismo, indignazione, cui fanno immancabilmente seguito frustrazione, spaesamento, stallo, disillusione. La musica investe con la sua montante onda sonora questo doppio movimento della parola, a volte accompagnandola nel suo tragitto e indicandole una possibile via di uscita, altre contrapponendosi ad essa o addirittura negandola in toto. Quasi che soltanto la forma musicale possa ambire ad arrivare là dove non giunge un’espressione verbale in crescente affanno. Più che un personaggio, dotato di una sua precisa psicologia e di un’altrettanto precisa biografia, il direttore-attore risulta essere il pretestuoso ventriloquo dei nostri giorni. La sua voce e il suo corpo danno forma e sostanza a un gesto teatrale estremo, teso a collegare, per quanto ancora possibile, gli universi impersonali della poesia e della musica.