Nell'aprile del 1983 esce in Italia un album anomalo, una musica diversa da tutto ciò che andava di moda in quel periodo, accompagnata da testi altrettanto inusuali. Il titolo dell'album è "Un sabato italiano", interamente scritto e interpretato da Sergio Caputo, un giovane pubblicitario con l'hobby della musica. L'album è un mix di swing e blues che racconta storie di vita vissuta in uno stile letterario ispirato alla poesia moderna e neorealista. Inaspettatamente, pur nella sua stranezza l'album è un successo immediato, e segna per Sergio Caputo l'inizio di una lunga carriera musicale. Pochi avrebbero però immaginato che il suo primo album così "diverso" dalle logiche commerciali sarebbe diventato un classico della musica italiana, capace di scavalcare generazioni, ed arrivare ancora attuale nel nuovo millennio, per celebrare il suo quarantennale, amato da un pubblico che in gran parte non era neanche nato quando esso uscì.
Ora, dopo diciannove album, molte compilations e migliaia di concerti sulle spalle, Sergio Caputo – che oggi vive in Francia dopo una lunga parentesi americana – si appresta a celebrare il quarantennale di "Un sabato italiano" con uno show, accompagnato da una Big Band, che arriverà il 26 aprile all'Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.
Il concerto prevede l'esecuzione dal vivo dell'intero album, più gli immancabili hits che lo hanno seguito, come ad esempio "Italiani Mambo", L'Astronave che arriva", "il Garibaldi Innamorato" ed altri successi cari al pubblico.
La formazione è di "settetto" – una "big band" composta da Sergio (chitarra e lead vox ) e da musicisti di altissimo profilo come Fabiola Torresi (basso e voce), Alessandro Marzi (batteria e voce), Paolo Vianello (piano), Alberto Vianello (sax), Luca Iaboni (tromba) e Lorenzo De Luca (sax alto).