“Se otto ore vi sembran poche…”

Venerdì 01 Maggio 2009
h. 18:00
“Se otto ore vi sembran poche…”

Fondazione Musica per Roma presenta

Il concerto “Se otto ore vi sembran poche” presenta il repertorio dei canti di lavoro e sociali con gli alberi dei canti della tradizione popolare italiana, in particolare con la partecipazione di: le Mondine di Medicina (Bologna, Emilia Romagna), il Coro dei Minatori di Santafiora con Simone Cristicchi, le Tabacchine della Valle del Liri, la Paranza di Scafati e la Famiglia Boniface (Aosta).

I canti di lavoro
I canti di lavoro rappresentano un genere musicale assai vario ed ampio che si caratterizza per la presenza sia di canti specifici, utilizzati per ritmare il lavoro (soprattutto collettivo), che di quelli destinati ad accompagnare il tempo del lavoro individuale e collettivo. I canti che appartengono al primo tipo hanno strutture ritmiche e impianti melodici in diretta corrispondenza con le precise necessità funzionali a cui sono destinati. Gli altri presentano modi e forme rappresentative assai diversi fra loro e si caratterizzano per una serie di riferimenti specifici sia alle modalità che alle condizioni del lavoro. Questo forte legame con le tematiche dell’esperienza lavorativa li connota come canti sociali. Il canto di lavoro è presente in tutte le culture. La sua esistenza è strettamente connessa col tipo di lavoro con cui si accompagna, tanto che la crisi di un certo tipo di lavoro genera direttamente l’estinzione della pratica del canto specifico. Nella maggior parte dei casi questo genere di componimento sonoro non ha accompagnamento strumentale. La voce, sola o in gruppo, intona il canto sullo sfondo di “rumori” di lavoro che talvolta diventano “intermezzi” ritmici del canto e quindi parte strutturale del canto stesso. Appartengono al genere di canti di lavoro anche i richiami, le grida, gli incitamenti e i segnali, i quali non hanno quasi mai una funzione ritmica diretta ma contribuiscono in modo determinante alla condivisione collettiva dell’azione lavorativa. Rientrano in questo gruppo anche i richiami pastorali, le grida dei venditori ambulanti, gli incitamenti agli animali da soma, i segnali della pesca.
Le profonde trasformazioni introdotte nelle tecniche del lavoro manuale hanno determinato il cambiamento e in molti casi la scomparsa di questo genere di canto un tempo diffusissimo dovunque nel nostro Paese. Oggi questo repertorio si conserva soprattutto nella memoria di anziani lavoratori che con i loro gesti e i lori antichi suoni rappresentano la testimonianza vigile di un passato che è parte essenziale della nostra storia sociale. Una delle peculiarità del repertorio italiano è quella di essere legata ad attività lavorative che impegnavano gruppi abbastanza numerosi di lavoratori sia essi uomini che donne. E’ questo l’esempio dei canti in filanda, in risaia (tipico del repertorio delle mondine) e di molti altri modi legati alla varietà dei lavori agricoli. Saranno molte le composizioni, rare e bellissime, che verranno proposte nel corso della giornata.