Era l’estate scorsa, una nave con 630 persone a bordo svelava ancora una volta all’Italia e all’Europa le sue fragilità. La chiusura dei porti come soluzione al problema delle migrazioni, i diritti dei richiedenti asilo negati, le polemiche sui soccorsi in mare, provocano una ferita – non personale, ma collettiva- da cui nasce l’esigenza per
Sandro Veronesi di
abbaiare, come cani, contro il razzismo. Intellettuale, scrittore, ma prima di tutto cittadino, sente che le parole non bastano, bisogna metterci i corpi, su quelle navi accanto ai migranti, per capire. Per capire che quello che è in gioco qui è “la differenza tra la vita e la morte”. A
Libri Come, un j’accuse contro l’indifferenza, il razzismo, la xenofobia, che si muovono intorno al corpo migrante, dove l’Italia e l’Europa rimodulano i confini della Libertà.
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