Una produzione Fondazione Musica per Roma
Era il giorno di San Valentino del 1989, Salman Rushdie si stava recando al funerale di Bruce Chatwin quando un giornalista lo avvisò che l’ayatollah Khomeini aveva emesso contro di lui una fatwa che lo condannava a morte per blasfemia. Tutta colpa di un libro, I versi satanici. Poi vennero tredici anni di vita nascosta, gli attentati a traduttori ed editori, centinaia di falò delle copie del libro. Al momento di questo radicale cambio di vita Rushdie fu costretto anche a cambiare nome, dopo una serie di ipotesi, sempre giocando con i nomi di scrittori a lui cari, scelse Joseph Anton, in omaggio a Conrad e a Cechov. Quella vita come Joseph Anton è ora raccontata nel memoir omonimo, un lungo racconto sui fatti grandi e piccoli di quel periodo ma anche una riflessione sulla letteratura, sui legami umani e sulla solidarietà ricevuta. La difesa della libertà della scrittura ha avuto nel “caso Rushdie” un momento fra i più cruciali della storia, Ian McEwan ha detto a Rushdie che “lottare per te è stato importante per tutti noi”. A Libri come Salman Rushdie racconterà della libertà, della censura, della letteratura. A dialogare con lui ci sarà un ospite a sorpresa.