Una produzione Fondazione Musica per Roma
17 febbraio 1992: inizia Tangentopoli, finisce la Prima Repubblica. Vent’anni dopo. Cosa resta di Mani pulite? Cosa è cambiato, se è cambiato qualcosa? Due protagonisti dell’informazione – di ieri, di oggi -, un punto di vista fondamentale, quello dei giornalisti: proprio l’appoggio dei media ebbe infatti una parte rilevante nel successo dell’inchiesta condotta dal pool di Milano. Nel 1992 Paolo Mieli era direttore de La Stampa di Torino, e dal mese di settembre passò a dirigere il Corriere della Sera. Marco Travaglio scriveva invece per Il Giornale di Indro Montanelli. Di formazione politica opposta –ex sessantottino Mieli, liberale con tendenza a destra Travaglio- entrambi hanno scritto molte pagine su Tangentopoli. Il Corriere di Mieli è stato il quotidiano che più di tutti seguì l’inchiesta, con il suo ampio corredo di colpi di scena quotidiani, culminati nello scoop sull’avviso di garanzia a Silvio Berlusconi nel 1994. Travaglio, nel volume dal titolo Mani Pulite, la vera storia, edito nel 2001 e ripubblicato in questi giorni, ha riproposto la stessa storia, ma con l’occhio dell’archivista a cui non sfugge alcun dettaglio, quello per cui Montanelli lo ribattezzò “il grande inquisitore’’.