Fondazione Musica per Roma presenta
Promosso dal Comune di Roma Assessorato alle Politiche Culturali
L’inaspettato riemergere, nella nostre società, di attivismi teologico-politici, i confronti, le sovrapposizioni, le frizioni e gli scontri tra le autorità ecclesiastiche e le autorità civili e politiche, tra laici e religiosi, tra teo-con, teo-dem e cittadini che vorrebbero una netta separazione tra le questioni di fede e quelle della vita politica e civile di un paese, rende urgente una risposta a una domanda radicale: se l’invocazione di una “volontà di Dio” sia compatibile con quella forma politica che tutti dicono di difendere e di volere: la democrazia. C’è chi sostiene che senza il cristianesimo la democrazia moderna non sarebbe pensabile, e chi pensa invece che le istituzioni storiche in cui il cristianesimo si è incarnato e trasmesso siano di ostacolo al funzionamento delle democrazie moderne, e anzi, essenzialmente incompatibili con un modo di pensare democratico. Questa prima controversia intende affrontare tali nodi con una discussione serrata e senza diplomazie tra due intellettuali italiani che hanno espresso, in proposito, posizioni radicalmente diverse.