Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Codice. Idee per la Cultura presenta
Secondo Darwin, l'uomo si differenzia dagli altri animali “solo per la sua capacità quasi infinita di associare i suoni e le idee più diverse”. Dobbiamo qualificare questa osservazione in almeno due modi: innanzitutto assumere che l’espressione “quasi infinita” significhi in realtà “infinita”; in secondo luogo, riconoscendo che la modalità di associazione, anche nei casi più elementari, è a quanto sembra del tutto differente. Questa capacità infinita è una sottocomponente del cervello umano, un “organo mentale”. Alla metà del Novecento, il concetto di sistema finito con infinita capacità espressiva era ormai acquisito, e ciò ha reso possibile formulare con attenzione ciò che potremmo chiamare la “proprietà di base” del linguaggio: essa prevede una procedura di calcolo che genera una serie infinita di espressioni strutturate che “associano suoni e idee”. Oggi sappiamo che limitarsi al suono è restrittivo. Vi è inoltre una crescente evidenza che i sistemi fondamentali del linguaggio interiore sono orientati alle idee, producendo un “linguaggio del pensiero”, che come fenomeno secondario si esplicita in una qualche modalità sensoriale. Queste conclusioni hanno molte implicazioni nella comprensione della natura di questo patrimonio unicamente umano, del modo in cui esso viene acquisito e utilizzato e delle sue probabili origini.