Fondazione Musica per Roma presenta
Mori Kanté è l’erede della tradizione dei griots, i mitici cantastorie che conservano nel canto le trasmissioni dell'oralità collettiva, storia e vita della comunità. Fin da piccolo si destreggia con strumenti tradizionali come il balafon e la kora. Presto si interessa al rock e alla musica occidentale e, stabilitosi in Costa d'Avorio, forma un gruppo con il quale adatta le sonorità tradizionali malinké al linguaggio elettrico del funk e del rock. Nel 1987 il trionfo internazionale con "Akwaba Beach" album che include il suo singolo di maggior
successo, "Yéké Yéké" (due milioni di copie vendute). A distanza di vent'anni dai ritmi elettro-africani di "Yéké Yéké" Kanté torna all'essenza delle sue origini con il nuovo lavoro "Sabou", un album innovativo che suona allo stesso tempo contemporaneo e tradizionale. Valorizzando in pieno le possibilità espressive di n'goni, kora, balafon ed esprimendosi con versatilità come cantante, multistrumentista e compositore, con il suo nuovo ensemble riprende infatti le radici della musica mandinga in chiave assolutamente contemporanea. Kanté ha trovato così la chiave giusta per interpretare in musica l'Africa moderna, paese dalle laceranti contraddizioni, dal profondo divario tra tradizione e progresso, dove comunque l'amore e le relazioni umane, spesso cantate dall'"electric griot", hanno un ruolo fondamentale per la sua rinascita.