Lo spettacolo, ispirato alle raccolte
Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile (1634-1636) racconta le fantastiche avventure della giovane Zezolla che da figlia di un principe si ritrova dapprima serva addetta alle mansioni domestiche (Gatta Cenerentola) e poi, grazie ad una serie di avvenimenti magici, principessa. La narrazione musicale originale composta da
Ambrogio Sparagna si basa sul testo dialettale del Basile e sulla traduzione in italiano di Benedetto Croce (1925). Lo sviluppo del racconto è affidato alla voce forte e affascinante di
Iaia Forte che canta e recita alcuni passi del testo (sia in dialetto che in italiano), alle canzoni eseguite dai Solisti dell’Orchestra Popolare italiana e dal Coro popolare, che con la sua presenza rafforza i momenti salienti della favola. L’impianto drammaturgico è arricchito dalla presenza in scena di un teatro di Pupi di grandi proporzioni che evoca una serie di immagini fantastiche che caratterizzano lo svolgimento narrativo. Un’altra caratterista peculiare di questo lavoro è l’utilizzazione di una serie di strumenti antichi, in particolare della Sordellina, l’antica zampogna cromatica largamente diffusa nel Seicento a Napoli e nelle corti europee, di cui da tempo si era perso memoria e solo recentemente ricostruita su antichi disegni dell’epoca da Marco Tomassi, virtuoso solista dell’OPI. Insieme a vari modelli di zampogne, il suono dell’Orchestra si caratterizza anche nell’impiego di altri strumenti antichi come la Viola d’amore a chiave, la Ghironda e la Chitarra barocca.