Fondazione Musica per Roma presenta
Promosso dal Comune di Roma Assessorato alle Politiche Culturali
Nel suo libro più noto "Poetica della Relazione", in uscita in Italia nei prossimi giorni per i tipi di Quodlibet, secondo Glissant si può parlare di Relazione solo se si fa parte di una comunità che non dispone di vere e proprie radici, ma che è parte di culture composite, legate al vissuto cosciente e contraddittorio dei contatti fra culture.
Le comunità caratterizzate da culture composite, spesso portano istanze di rivendicazioni ataviche, in parte perché la creolizzazione è identificata come elemento portatore di degenerazione. In effetti, una comunità che partecipa di una cultura composita, vorrebbe spesso lottare per difendere il diritto ad un'origine, ad una radice unica, soprattutto quando tale comunità vive in condizioni di miseria e oppressione. Infatti, l'idea di un'appartenenza atavica aiuta a sopportare le miserie, ma è di scarso aiuto se confrontata con la creolizzazione: se si può accettare di morire (e conseguentemente di uccidere) per difendere un'unicità originaria, non si può accettare di fare altrettanto per difendere la creolizzazione. E' quindi necessario chiedersi se fosse possibile per le comunità di origini africane che vivono in Colombia, in Brasile, o negli Stati Unti, trarre vantaggi dalla creolizzazione nella concreta lotta per sopravvivere. Il ricorso al principio atavico, riscontrabile ad esempio nell'afrocentrismo dei neri americani, non è legato all' appartenenza razziale ma piuttosto alla ricerca culturale di un equilibrio che dia sicurezza e senso di stabilità nel tempo (permanenza). É essenziale specificare che sebbene gli Stati Uniti si delineino come una società multietnica, tuttavia, tra i vari gruppi che creano tale molteplicità, ci sia poco spazio alla popolazione multirazziale. Infatti, negli Stati Uniti si nota una tendenza a rifiutare i fenomeni legati all'ibridazione e al mescolarsi di gruppi etnici diversi, a cui si aggiunge un'eguale rifiuto ad accettare la realtà della creolizzazione. Questo rifiuto della diffusione di ibridazioni, mescolanze tra gruppi etnici (anche nella forma dei matrimoni misti) deriva probabilmente da tre fattori: i conflitti tra religioni di origine europee, le lotte contro gli indiani d'america e il loro sterminio quasi totale, le deportazioni di schiavi dall'Africa. Quindi, sotto questo aspetto, la storia degli Stati Uniti si è sviluppata all'interno di un'apparente contraddizione: una società multietnica con una forte tendenza all'isolamento tra gruppi etnici. Legare l'etnia all' unicità significa costruire un' identità da difendere in quanto avente un' origine unica, che esclude chiunque altro. Questo punto è essenziale, e andrebbe compreso profondamente in relazione al concetto di creolizzazione. Un'ipotesi potrebbe essere leggere la creolizzazione come momento di affermazione delle minoranze, o delle comunità storicamente oppresse. Pensare in questi termini, però, implica chiedersi se sia possibile per la comunità indiana-americana, che corre il rischio di perdersi o dissolversi, difendersi in nome della creolizzazione, cioè dello stesso meccanismo che ha contribuito, almeno apparentemente e parzialmente, a depauperare culturalmente tale comunità. La sfida piu' grande giace in questa domanda. Le contraddizioni delle Americhe, e del mondo intero, sono complesse e inestricabili finché non si risolveranno nell'immaginario attuale le contraddizioni tra culture ataviche e composite, tra un'origine unica dell'identità, e un'identità-relazione.