Fondazione Musica per Roma presenta
I La Crus, una delle realtà più originali e suggestive del panorama italiano, chiudono la loro importantissima storia, fatta di dischi seminali, innovativi e pluripremiati, tracciata da un percorso ricco di intuizioni, rivelazioni e collaborazioni. Chiudono la loro storia con un ultimo tour intenso ed emozionante e questa sera all'Auditorium, si esibiranno per l'ultima volta a Roma.
Un appuntamento imperdibile, uno spettacolo che ne abbraccia tutto il mondo poetico e che porterà il pubblico a ripercorrere la loro avventura musicale in compagnia di amici con i quali in questi anni hanno incrociato le strade, con cui hanno collaborato e condiviso palchi, o che sono stati muse ispiratrici per il loro universo. Carmen Consoli, Syria, Riccardo Sinigallia, Pino Marino ed altri a sorpresa, saranno gli ospiti presenti sulla prestigiosa ribalta capitolina.
Una serata che si annuncia intensa e ricca di sorprese in linea con la cifra stilistica della band milanese. Canzone italiana d'autore, elettronica, pop e teatro, il tutto diretto dalla delicata regia di Francesco Frongia, che già in passato ha lavorato con i La Crus per diversi spettacoli (“Tutti i giorni sono notti”, “Mentre le ombre si allungano” e “La Costruzione di un amore”). La scelta della scaletta cadrà sulle "canzoni più importanti, le più struggenti, quelle più delicate e introspettive" sottolinea M.E. Giovanardi. Quelle che hanno fatto la storia del gruppo e "Quelle che più di altre raccontano e raccolgono il nostro immaginario.” Sul palco insieme a Mauro Ermanno Giovanardi e Cesare Malfatti saliranno i musicisti di sempre - Paolo Milanesi (tromba e Fender Rhodes), Leziero Rescigno (batteria) e il nuovo arrivato Marcello Testa (contrabbasso) – accompagnati dall’ottetto d’archi dell'Ensemble MusicaMorfosi diretto da Feyzi Brera, che permetterà di riproporre dal vivo l'atmosfera dell'ultimo album "Io non credevo che questa sera" uscito il 1° febbraio 2008 per Warner Music Italia.
“L'idea di rappresentare il nostro viaggio con un ultimo giro di concerti fatti in questo modo nasce dal fatto che, di tutte le esperienze trasversali fatte in questi anni, l'incontro con l'orchestra è stata quella più emozionante e significativa. Non ci si immagina cosa sia sentire la potenza degli archi che pompano alle tue spalle. In queste versioni i pezzi diventano più imponenti, quelli cupi ancora più scuri e quelli già melodici, miele che cola". M.E. Giovanardi.