Una produzione Fondazione Musica per Roma
in collaborazione con
Institut français d’Italie / Ambassade de France en Italie
“Sono un giardiniere”, dice di sé Gilles Clément, scegliendo, tra tutte le sue qualifiche – paesaggista, architetto, botanico, agronomo, ingegnere – la più concreta, quella che capirebbe anche un bambino. Eppure, questo paesaggista tra i più noti e influenti d’Europa, tra gli ideatori del parco André Citroën e del giardino del Musée du Quai Branly a Parigi, con il suo Manifesto del Terzo Paesaggio (2004) ha dato vita ad una rivoluzione “con la falce e il rastrello” per ridare dignità ai luoghi disertati dall’uomo: i parchi e le riserve naturali, le grandi aree disabitate del pianeta, ma anche spazi più piccoli e diffusi, quasi invisibili, le aree industriali dismesse dove crescono rovi e sterpaglie; le erbacce al centro di un’aiuola spartitraffico. Questo immenso potenziale, anche quando respinto alla periferia del bello, è la riserva cui attingere per la creazione di un “Giardino Planetario”, ossia un luogo dove ogni cosa vivente è lasciata libera di dettare le regole del gioco, sia essa erbaccia, pianta infestante, animaletto dannoso. Tale giardino, utopia in divenire, non sarà mai concluso: è l’insieme delle azioni compiute dal giardiniere, sia entro lo spazio limitato del suo piccolo paradiso terrestre, sia su scala planetaria, ed è un modo per ripensare il futuro. A Libri come la sua attesissima lezione.