Giacomo Puccini, IV atto. Inquietudini moderniste

Mercoledì 18 Giugno 2008
h. 21:00
Giacomo Puccini, IV atto. Inquietudini moderniste

Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Comitato Nazionale Celebrazioni Pucciniane presentano

I nostri nonni e bisnonni, quasi tutti innamorati del melodramma nostrano, e divisi tra l’amore per Giuseppe Verdi o Giacomo Puccini, non si saranno accorti di quanto l’autore di Bohème e di Madama Butterfly, cioè i titoli fra i più venerati dell’intero vasto catalogo dell’Opera Italiana a cavallo tra Otto e Novecento, fosse attento alle suggestioni moderniste della grande musica europea che, specialmente a Vienna, si andava evolvendo nel complesso linguaggio dodecafonico. E proprio del padre della dodecafonia, Arnold Schoenberg, Giacomo Puccini ammirò il testomanifesto della Nuova Musica, il Pierrot Lunaire. Ma da musicista colto qual era, non poté restare insensibile ai colorismi “barbarici” di Stravinskij e Bartok, né, insomma, ai fenomeni che in Occidente andavano radicalmente mutando i linguaggi di ogni disciplina artistica. E’ naturale che un’eco di tutte queste sollecitazioni si ritrovi in ogni partitura pucciniana, dal giovanile Edgar fino all’ultimo, incompiuto capolavoro: Turandot. A queste Inquietudini moderniste è dedicato il concerto dell’Orchestra Filarmonica della Scala diretta da un esperto pucciniano come Riccardo Chailly, costruito su un programma pensato appositamente per mettere in luce quanto all’avanguardia, nonostante l’indubbia presa su un pubblico popolare, fosse la scrittura musicale del massimo compositore italiano del ‘900. L’evento viene realizzato in collaborazione tra la Fondazione Musica per Roma e l’Accademia di Santa Cecilia, e conclude il progetto lirico-sinfonico del Comitato Nazionale Celebrazioni Pucciniane nel centocinquantenario della nascita di Puccini.

Programma

Giacomo Puccini
- Edgar, Preludio
- La Bohème, scene dall’ Atto I
- Suor Angelica, estratti
- Manon Lescaut, Intermezzo atto III
- Turandot, scene dall’ Atto II e dall’Atto III