Fitna è termine arabo che si può tradurre come lotta, contesa, ma assume anche il significato di ‘guerra civile’. C’è una fitna irrisolvibile interna alla società musulmana: è lo scontro tra sunniti, seguaci della ‘sunna’ (‘tradizione’) e sciiti, seguaci della ‘shiia’ (‘fazione’). Le differenze dottrinali tra queste due grandi famiglie non sono rilevanti ma la lotta prosegue da secoli, con fasi di parziale convivenza e fasi di lotta durissima. I sunniti sono da sempre la schiacciante maggioranza ma gli sciiti hanno trovato almeno dal Cinquecento un sostegno nel paese dove la ‘shiia’ ha più messo radici, la Persia. Tra Cinquecento e Novecento il sultano ottomano di Istanbul, che portava anche il titolo di califfo, e lo shah di Persia, si sono affrontati duramente, anche con lunghe guerre. La laicizzazione della Turchia con Mustafà Kemal e la radicalizzazione dell’Iran con la repubblica islamica non hanno posto fine a questa contesa, che ha raggiunto negli ultimi decenni un livello altissimo anche in aree quali Iraq, Siria, Libano, penisola arabica. L’ascesa al potere nell’Arabia occidentale della dinastia saudita, protettrice della setta sunnita detta ‘wahhabita’, ha reso il conflitto sunnita-sciita un fattore di destabilizzazione dell’intero Islam e si può dire del mondo.