Accademia Italiana del Flauto,
in collaborazione con l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Musiche di Debussy, Schumann, Campogrande
Quest’operina “tascabile”, originariamente creata da Campogrande per un’attrice e cinque strumenti, e qui arrangiata dallo stesso autore per quintetto recitante, dura in questa versione circa 35’, quindi una parte di concerto.
Il Quintetto Bibiena in questo spettacolo, oltre a suonare gli strumenti del quintetto e diverse percussioni, recita e talvolta canta - ancorchè in modo farsesco e volutamente improbabile - queste micro-musiche (talune della durata di pochi secondi), basate su degli aforistici nonsense dello scrittore Toti Scialoja.
“I testi di Scialoja sembrano nonsense, scioglilingua, al primo impatto viene da considerarli come giochi di parole liberate dai lacci del senso e del significato. In realtà queste parole vanno chissà come oltre il nonsense e riprendono a produrre per chi le ascolta immagini vividissime, piccoli racconti, improvvise intuizioni e perle di saggezza; dopo tutto quel vento di fonemi le parole della nostra lingua ci sembrano ripulite e scintillanti, brillanti come le foglie dopo la pioggia. Dev’essere scattato qualche sodalizio profondo tra le note di Campogrande e le parole di Scialoja, una specie di patto giocoso: la caratteristica più preziosa di questo spettacolo sta nella gentilezza con cui vengono accompagnati i sopraffini cortocircuiti di sillabe e fonemi che Scialoja - toccato dalla grazia – ha creato nella nostra lingua italiana.” Dario Voltolini
per ulteriori informazioni www.accademiaitalianadelflauto.it