Accademia Nazionale di Santa Cecilia, in coproduzione con Fondazione Musica per Roma
Delle tre Opere firmate dalla premiata ditta Mozart/Da Ponte, il Così fan tutte è senz’altro la più cinica, ma sono in molti, tra i più raffinati melomani, a confessare di preferirla alle più celebri Nozze di Figaro e Don Giovanni. Beethoven non l’amava affatto, ma non per motivi musicali. Lo infastidiva quella che riteneva una ridicolizzazione del più alto e sublime sentimento di cui sono capaci gli esseri umani: l’Amore. Oggi, in un’epoca in cui lo “scambismo di coppia” viene talvolta adottato allo scopo di rivitalizzare relazioni matrimoniali in fase di stanca, l’argomento del “Così” (come affettuosamente lo abbreviano gli addetti ai lavori e gli appassionati di lirica) appare invece attualissimo, e comunque condito di quell’umanissima e un po’ autoironica considerazione per le umane vicende che serpeggia in ogni partitura mozartiana, ben lontana da qualunque intenzione di ridicolizzarla, come lamentava Beethoven. Con soli sei personaggi in scena, che divisi in tre coppie garantiscono lo stesso simmetrico equilibrio di un teorema geometrico, l’opera racconta di due dame virtuose i cui rispettivi fidanzati, convintissimi della loro fedeltà, si sottopongono per scommessa ad uno scherzo organizzato dall’anziano filosofo (di scuola napoletana, visto che la vicenda si svolge alle pendici del Vesuvio) Don Alfonso. Gli darà una mano la vispa servetta Despina, più saggia, e con più sale in zucca di tutti gli altri protagonisti della storia. Travestiti da stranieri, i due giovanotti corteggeranno l’uno la fidanzata dell’altro, per metterle entrambe alla prova. L’una cederà, l’altra quasi. Nel finale, visto l’obbligo dell’happy end, le coppie si ricomporranno, ma forte rimane il dubbio che l’azzardato gioco di scambi abbia inevitabilmente aperto la strada a future e sempre più frequenti scappatelle delle non più così irreprensibili dame e dei loro assai meno convinti innamorati.
Inserita nell’intenso calendario dell’anno mozartiano, Così fan tutte verrà proposta per tre serate in un allestimento firmato dal regista Daniele Abbado e, per le scene, i costumi e le luci, da Giovanni Carluccio e le proiezioni video di Luca Scarzella. Sarà una sorta di battesimo per la Sala Petrassi dell'Auditorium, progettata proprio per ospitare il teatro da camera. Il cast musicale è composto da giovani con alle spalle già invidiabili curriculum: Adriana Damato, dopo il debutto a Roma sarà Fiordiligi allo Staatsoper di
Vienna, e Laura Polverelli è una Dorabella apprezzatissima ovunque nel mondo, mentre Nuccia Focile è stata Despina al Metropolitan con la direzione di Levine. Il 36enne direttore tedesco Roland Böer ha colpito il direttore musicale dell'Accademia, Antonio Pappano, che lo ha ascoltato nella Clemenza di Tito alla English National Opera di Londra e lo ha già scritturato per la prossima stagione del Covent Garden.
Accademia Nazionale di Santa Cecilia