Un progetto teatrale a cura di Fondazione Sigma-Tau in coproduzione con Fondazione Musica per Roma

“La sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti relativa al caso di Nancy Cruzan ha riconosciuto il diritto di rinunciare, sulla base dei propri valori personali, a trattamenti medici che tengono in vita e la possibilità di far valere tale diritto anche quando non sia possibile esprimere direttamente la propria volontà. E’ evidente, in questo caso, che è in discussione il diritto di scegliere in autonomia e di stabilire anticipatamente come si desidera che finisca la propria vita. Il caso di Nancy Cruzan, così come uno simile avvenuto negli Stati Uniti 24 anni prima e che segnò il primo riconoscimento del diritto di un paziente di rifiutare le cure mediche, ma così anche come alcuni casi italiani a partire da quelli di Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro, inquadrano i contenuti del dibattito sulle direttive anticipate di fine vita, che sono oggi al centro di un intenso confronto politico anche in Italia”.