Fondazione Musica per Roma
“Non ho la minima idea se la mia passione per la matematica sia una cosa sana. Però come fai a separare la matematica dalla musica, dalle sue strutture, dai suoi materiali”?
Anthony Braxton non è l’unico musicista jazz a coltivare un interesse profondo, quasi un vero e proprio amore, per la scienza dei numeri: Albert Ayler, Cecil Taylor, Ornette Coleman hanno spesso giocato con algoritmi e moduli numerici. Ma il caso di Braxton è diverso: spesso, anche se non sempre, numeri e formule costituiscono le matrici generative fondamentali della sua musica: i patterns melodici, le sequenze ritmiche, persino molte combinazioni timbriche derivano da una serie più o meno estesa di rigorosissimi principi matematici.