Amaro Freitas, uno dei nomi di punta del jazz contemporaneo, arriva per la prima volta il 17 marzo all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. Dai bassifondi di Recife nel Nord-Est del Brasile a icona del jazz internazionale, ha lavorato instancabilmente per diventare l’artista che è oggi, guadagnando l'attenzione per il suo “approccio alla tastiera così unico da essere sorprendente". Il nuovo album “Sankofa” – una ricerca spirituale nelle storie dimenticate, filosofie antiche e figure ispiratrici del Brasile nero – è il suo lavoro più straordinario e sincero fino ad oggi. «Ho lavorato per cercare di capire i miei antenati, il mio posto, la mia storia, come uomo di colore. Comprendendo la storia e la forza della nostra gente, si può iniziare a capire da dove vengono i nostri sogni e desideri», racconta.
Questo prodigioso giovane pianista brasiliano crea una musica che è un’esplorazione stravolgente della tradizione ritmica e musicale brasiliana proiettata verso orizzonti di fulminanti e elettrizzanti sperimentazioni jazz. La sua è una storia di privazioni e povertà, comune a tanti suoi coetanei. Abbandona il conservatorio perché non ha i soldi per l’autobus ma, grazie ad un talento e ad una caparbietà straordinarie, a soli 22 anni si impone all’attenzione della scena jazz brasiliana. Il suo stile pianistico percussivo trae origine dalle sonorità tradizionali del Pernambuco e dai jazzisti che lo hanno influenzato, su tutti Monk e Corea.